[…] Federico Severino si è dedicato con tanta radicalità e coraggio al tema del paesaggio, scarnificato in una dimensione quasi bidimensionale e ridotto al grado minimo di una semplice linea che separa il dominio terrestre da quello aereo. Una linea totalmente visuale e irraggiungibile che per questo motivo si relaziona perfettamente alla natura del linguaggio pittorico, così ottico e mentale, senza però slegarsi totalmente neppure dalla dimensione del corpo. L’orizzonte non può essere raggiunto ma ciò che contiene invita a essere percorso, determinando un continuo spostamento e ri-orientamento degli stessi limiti visuali che impone. Come un confine onnipresente ma variabile e mobile, postula la possibilità di “muoversi dentro” e di vivere. […]