[…] “Pinelli sconta l'impossibilità dell'esperienza sublime nell'oggi, facendo di quella percezione fredda, distaccata e mediata l'oggetto della propria ricerca ma cercando anche di contrastarla, in qualche modo, con gli strumenti della propria pratica. Le immagini, allontanate dal loro referente di partenza, diventano puri vettori di un dinamismo che è ormai autonomamente pittorico, trasformando l'anestetico dei media di partenza nell'estetico del campo artistico
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